Diciamo subito che la melata non ha nulla a che fare con le mele. La melata, infatti, è una sostanza zuccherina secreta da alcuni piccoli insetti (afidi, cocciniglie, psille, ecc.) che si nutrono della linfa degli alberi, in particolare abete rosso, pino, quercia, tiglio e acero. Questi insetti, per poter assumere tutti gli elementi necessari a una corretta alimentazione, sono costretti a mangiare enormi quantità di linfa e, nel contempo, eliminare l’acqua e gli zuccheri in eccesso. La melata, effettivamente un prodotto di scarto di questi insetti, è molto ricca di sostanze come sali minerali e zuccheri e rappresenta un’utile fonte di nutrimento per formiche e api. Per queste ultime, la melata è un’importante risorsa per il proprio sostentamento, soprattutto in zone in cui scarseggiano le fonti nettarifere.
Una volta raccolta questa preziosa sostanza zuccherina, le api la introducono nell’alveare e la trasformano in miele. Nasce così il miele di melata, conosciuto anche con il nome di miele di bosco. In primo luogo, è molto meno dolce rispetto agli altri mieli, in quanto presenta una minor quantità di zuccheri. Al gusto ricorda la corteccia e lascia in bocca un retrogusto amarognolo che può ricordare il sapore del terriccio. In alcuni casi, come per il miele di melata di abete, il suo sapore viene ricondotto a quello del caramello. Un’altra caratteristica immediatamente visibile è il colore. Il miele di melata, infatti, presenta tonalità di colore che vanno dal marrone scuro al quasi nero. Tra le varie tipologie di miele, è quello con il maggior numero di sali minerali e oligoelementi: calcio, magnesio, manganese, sodio, potassio, rame, cromo e ferro.
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